Battiti

battiti

Ogni anno dal 2019 il Comune di Almese propone una serie di appuntamenti d’arte e cultura destinati al pubblico nello spazio del  Ricetto, situato nel borgo medievale di San Mauro, con la regia dell’Associazione Cumalè, in collaborazione con  LiberAmente e altre realtà del Territorio, supportati dal Distretto del Commercio Musinè. I  sodalizi  hanno dato vita ad un sogno il  Ricetto per l’arte – Agorà della Valsusa.  Tanti gli eventi realizzati in sinergia tra arti e artisti tra cui  “Morpho, farfalla rossa” un percorso per sensibilizzare e far riflettere sul tema della violenza di genere. Nel 2024 con il supporto dell’associazione “Impollinatori Metropolitani” di Torino, nell’ambito del progetto “L’Arte di R-esistere sui sentieri della Libertà”, si è data vita a  ‘BATTITI, vicinanza, simbiosi, coevoluzione’. I temi ecologici e ambientali sono stati pienamente espressi dagli artisti grazie al lavoro dello staff e delle scuole secondarie di primo grado dei Comuni del distretto. L’obiettivo dell’evento è stato fornire riflessioni, suggestioni, discussioni utili ad ispirare gli artisti e al tempo stesso arricchire i giorni di mostra con la presenza stessa degli studenti, attraverso momenti di attività all’aperto nei pressi dello spazio culturale partendo dalle tre parole chiave: Simbiosi, Vicinanza, Coevoluzione, utilizzando il metodo ‘maieutico’. Le ragazze e i ragazzi hanno partecipato ad un laboratorio sensoriale interattivo seguendo il percorso mostra. Fin dalla prima stanza si sono immersi nei livelli fisici ed emotivi della struttura del Ricetto, ascoltando e osservando man mano le opere fino all’ultimo piano. Hanno avuto il tempo per comprendere e maturare,  stimolati dal metodo maieutico, ogni sensazione e domanda, scientifica o “filosofica” sui temi proposti e su quelli che loro stessi collegheranno. Si sono posti domande per esplorare i temi della vicinanza, della (bio)diversità e del rapporto del mondo umano con quello naturale (delle api nello specifico) e successivamente hanno condiviso con il gruppo insieme alle risposte che si sono dati. Molte domande erano di tipo scientifico e pochissime maieutiche, perché? Cos’è la maieutica? La maièutica deriva dal greco μαιευτική «(arte) ostetrica», «ostetricia» ed è uno strumento educativo che riconduce all’etimologia stessa del termine “educare”, dal latino «ex ducere», «portare fuori». Quanto si pensa alla maieutica il pensiero corre al metodo dialogico di Socrate, il quale, secondo Platone nel Teeteto, come sua madre levatrice, aiutò le persone che incontrava nel suo cammino a «partorire» la verità, usando le domande e inducendo l’interlocutore a ricercare la verità stessa dentro di sé, determinandola in maniera il più possibile autonoma. Le domande sono pertanto aperte, generative, non presuppongono una verità, una conformità definita o aprioristica che sia; non esiste vero o falso, giusto o sbagliato, esistono il sentire e il pensiero critico in ascolto, senza giudizio. E “non esistono conduttori o conduttrici, ma facilitatori e facilitatrici del processo maieutico” sottolinea la facilitatrice del laboratorio. Citando uno dei più autorevoli divulgatori della maieutica Danilo Dolci “Mentre il direttore d’orchestra si preoccupa, esplorando l’intento misterioso di ogni partitura, che la sua orchestra interpreti la musica già scritta, già composta, il coordinatore di strutture maieutiche cura che l’insieme di tutti, pur diversi nel costruire – ognuno dal e oltre il proprio esperire – sappia comporre quanto ancora è ignoto, ancora inespresso su un problema, risolva un nodo.” Oggi siamo sempre meno abituate/i a porci delle domande, di cui non si conosca già la risposta, soprattutto a scuola, rischiando di perdere così un patrimonio di risorse interiori inenarrabile.

I ragazzi si sono poi trovati a discutere insieme il giorno successivo e infine coinvolti a disegnare su un grande foglio bianco in un’attività laboratoriale con tecnica dell’acquerello utilizzando pennelli ricavati dal bosco (pigne rami etc) ed inchiostri naturali, per poi scegliere nello spazio comune disegnato di scomporre e ricreare un libretto personale unendo parole chiave scelte da parole ritagliate da un libro..

Un altro risultato è stato sperimentare l’unione di forze, valori, risorse, progettualità di realtà che non avevano mai collaborato insieme avendo per costituzione caratteristiche e finalità diverse. Impollinatori Metropolitani, Cumalè, LiberAmente hanno ambiti e peculiarità concretamente distinti e si interessano di educazione, inclusione sociale, arte, filosofia, apicoltura, ambiente, agricoltura etc. Qui ci si è spesi, già nelle attività iniziali di progettazione, scoprendosi reciprocamente e distillando le proprie identità. E’ stato proprio attraverso questo processo che sono maturati poi gli elementi chiave di Battiti e poi via via raccogliendo una corale adesione degli artisti a dare un senso un’anima allo spazio. Sia il pubblico che gli studenti hanno apprezzato e fruito delle tante informazioni disponibili, tanto da spingerci a rinnovare il progetto negli anni successivi

Nessuna risposta.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Skip to content